Impollinazione delle nocciole e messa a dimora dell’impianto
La impollinazione delle nocciole è uno degli aspetti a cui prestare maggiore attenzione quando si decide di mettere a dimora un nuovo impianto: tra le diverse varietà di nocciolo troviamo cultivar autofertili, ovvero piante che possono fecondarsi da sole e altre varietà autosterili: è soprattutto a questo secondo caso che dobbiamo prestare attenzione, dal momento che, in questa eventualità, il polline di una pianta maschile non può fecondare i fiori femminili della stessa varietà, per questo, già prima della messa a dimora delle piantine per un nuovo noccioleto occorrerà chiedersi come le piante potranno essere fecondate e, eventualmente, quali sono le strategie da mettere in atto per far sì che quest’attività, di fondamentale importanza, per la produzione dei frutti, avvenga in modo fisiologico e corretto.
L’eventualità che comporta minori difficoltà è certamente quella di un impianto messo a dimora nei pressi di un bosco o di terreni coperti da macchia mediterranea, in questi casi vi è la concreta possibilità che, nelle immediate vicinanze del vostro impianto, crescano delle piante di nocciolo spontaneo (selvatico) che assolveranno all’importante compito della impollinazione delle nocciole del vostro nuovo impianto, senza che voi vi preoccupiate ulteriormente.
Non sottovalutate, però, questo aspetto, di vitale importanza per la sopravvivenza delle vostre piante e, soprattutto, per garantire un soddisfacente raccolto e una produttività costante nel corso degli anni.
Impollinazione delle nocciole attraverso gli impollinatori
Prima di chiarire cosa sono gli impollinatori e qual è il loro ruolo nella impollinazione delle nocciole è opportuno ricordare che questa pianta dal caratteristico portamento a cespuglio, dalle radici fascicolate e molto estese è anemofila: ciò significa che la sua impollinazione avviene attraverso il vento.
Un secondo aspetto caratteristico del nocciolo è il momento della fioritura che, a differenza di quasi tutte le altre piante, avviene in pieno inverno. Infine, per comprendere come utilizzare gli impollinatori occorre considerare, almeno brevemente, la biologia floreale di questa pianta, definita come monoica, dotata cioè di fiori, che possono essere distinti in maschili e in femminili e che sono presenti entrambi sulla stessa pianta.
I fiori maschili sono riconoscibili per una maggiore visibilità, data dai filamenti (o amenti) che già in estate si formano sui rami nuovi; sono questi fiori che, terminato il loro sviluppo, nella stagione invernale, rilasciano una grande quantità di polline che, attraverso il vento, va a depositarsi sui fiori femminili (di altre piante), più piccoli e meno appariscenti ma, comunque, facilmente riconoscibili, per il colore rosso vivo che contraddistingue l’interno delle gemme e che, poi, si trasforma in una sorta di ciuffo.
L’impollinazione che garantisce una soddisfacente produzione e una evoluzione fisiologica della pianta è quella incrociata: il nocciolo è, infatti una pianta autosterile, ciò significa che il polline maschile non può fecondare i fiori femminili di piante della stessa varietà, per questo, qualora nelle vicinanze dell’impianto non fossero presenti boschi o macchie con noccioli selvatici, occorrerà prevedere, all’interno dell’impianto stesso, un’adeguata quantità di impollinatori, ovvero di piante di nocciolo di altri cultivar, o varietà, che garantiscano la impollinazione delle nocciole della varietà più utilizzata nell’impianto.
A titolo di esempio nel classico impianto di Tonda Gentile Trilobata (varietà conosciuta anche con l’acronimo di TGT) occorrerà prevedere, già durante la messa a dimora dell’impianto, degli impollinatori di varietà quali la Tonda Gentile Romana, San Giovanni, Pautet, Daria, Camponica o Negret. Questi cultivar, infatti, sono quelli che, per compatibilità genetica, abbondanza e costanza nell’emissione del polline nel corso degli anni, contemporaneità del periodo di fioritura e qualità delle nocciole prodotte, possono garantire con maggiore sicurezza una più efficace impollinazione dell’intero impianto e, quindi, una più soddisfacente produttività.
Quantità e disposizione degli impollinatori
Un ultimo aspetto da considerare riguardo all’impollinazione delle nocciole, nel caso in cui il nuovo impianto debba prevedere, al suo interno, la presenza di impollinatori di varietà diversa, è la loro quantità e la loro disposizione.
È opportuno garantire un apporto pollinico abbondante, per questo consigliamo una quantità di impollinatori compresa tra l’8% e il 10% della quota di piante della varietà principale.
Generalmente le piante impollinatrici (di cultivar differente da quello principale) andranno poste o nelle immediate vicinanze del noccioleto o sulla prima fila, in un blocco in prossimità del lato sopravvento dell’appezzamento; la direzione nella quale il vento spira più spesso è infatti uno dei fattori da tenere in maggiore considerazione nel posizionamento degli impollinatori.
Sempre riguardo alla disposizione sconsigliamo di collocare gli impollinatori nel mezzo dell’impianto anche per una ragione connessa alla raccolta della nocciole e, poi, alla loro commercializzazione: nocciole di varietà differenti della pianta avranno caratteristiche commerciali (come il diametro e il peso) differenti e, per questo dovranno essere distinte. Collocando gli impollinatori in testa al noccioleto, allora, sarà più facile evitare di mescolare nocciole di varietà diverse e, quindi, diverrà più semplice consegnarle separatamente alla cooperativa o al grossista, dopo la loro raccolta.